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La Vita oltre la Vita, un dr Moody sfavillante

La vita oltre la vita: un Raymond Moody sfavillante

Tutti conoscono il Dr Raymond Moody e i suoi pionieristiche ricerche sui fenomeni di NDE. Il suo primo libro, la Vita oltre la vita,  ha superato i 20 milioni di copie vendute in tutto il mondo (in Italia pubblicato nel 1977). Questo Week End, il Dr Moody era presente allo stesso convegno dove ero stata invitata a presentare il mio lavoro sui sogni e l’aldilà, a Borgaro Torinese, organizzato dall’Associazione il Nodo. Moody è una eccellenza del pensiero e un esempio di umanità, cose che spesso non si trovano insieme nella stessa persona.  Infatti prima di definirsi uno psichiatra, si sente soprattutto un filosofo, un altro suo titolo accademico. In effetti per affrontare temi così sensibili quale la morte e ciò che succede dopo, bisogna avere una mente filosofica aperta a 360 gradi prima ancora di avere quella scientifica. La morte e la vita non sono materie inquadrabili dalla scienza, esulano dalle nostre capacità logico-interpretative e dal metodo scientifico.  Dove la scienza, così enfatizzata oggi, si arena e ci inaridisce, la filosofia ci restituisce ampiezza di respiro e un quadro più aperto, senza alcuna limitazioni di tipo religioso.  Non era forse la vocazione dell’antica filosofia greca insegnarci a vivere e a morire? Proprio dall’antica Grecia, ci arriva una delle prime testimonianze scritte sul fenomeno delle NDE (near death experience o esperienze in punto di morte), come la storia del soldato Er (Repubblica di Platone),  il Fedone, sempre di Platone, e vari accenni al contatto con i defunti per riceverne consigli e oracoli,  come descritte nell’Odissea di Omero, nella Storia di Erodoto, nella Vite paralleli di Plutarco e altri ancora.

Ormai arrivano sempre più testimonianze sulla continuità della vita della coscienza dopo la morte del corpo biologico, e non sono più le sole NDE a darne testimonianza. I sogni si rivelano essere un mezzo naturale in cui i nostri cari entrano in contatto con noi, per darci rassicurazioni, per dirci che stanno bene, per chiederci di prenderci cura di noi stessi o di un altro familiare, per risolvere questione lasciate sospese. La medianità anche si fa strada, anche se ci richiede cautela nella scelta del medium. Non tutti, per quanto di buona volontà e desiderosi di offrire sollievo, sono dei veri medium. Alcuni, hanno soprattutto delle buone capacità psichiche e telepatiche e captano le informazioni dall’inconscio del richiedente. Per quanto essi possano dare sollievo e consolazione, è preferibile avere un contatto diretto. Per favorire ciò, bisogna affinare le percezioni, rimanere molto in ascolto, nel silenzio interiore. Ma prima di tutto, bisogna elaborare il dolore del lutto che spesso funge da barriera alle nostre percezioni naturali. Come nel caso di questa donna che, durante il convegno,  mi raccontò  che riceve informazioni dal figlio morto a vent’anni in un incidente di moto, tramite la figlia, ovvero la sorella del morto. Spesso lui appare in sogno alla sorella, dando a lei indicazioni precise da riferire alla madre, in quanto il suo dolore crea una cortina per lui impenetrabile.

Davanti ad una pluralità di fenomeni attorno alla continuità della coscienza, non possiamo non interrogarci e mettere in discussione il nostro sistema di credenze circa la vita, la morte e la coscienza, al di là dei dogmi religiosi e scientifici attuali. Il dr Moody e prima ancora di lui, la D.ssa Elisabeth Kubler-Ross, un’altra leggenda nell’ambito dell’accompagnamento dei bambini in punto di morte e della fenomenologia del dopo morte, ci hanno dato un lascito prezioso con le loro ricerche,  riprese successivamente da altri illustri ricercatori come Haraldson e  Karlis Osis, Pim van Lommel, Joffrey e Jody Long ed altri che non è possibile citare tutti.

Raymond Moody, oggi ha 70 anni, e continua a girare per il mondo dando i frutti delle sue ultime ricerche che hanno subito anche loro una evoluzione: le esperienze di morte condivisa. Ma di questo parleremo un’altra volta…

 


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