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Un dolore sospetto alla cervicale

Un dolore sospetto alla cervicale

Paolo è un uomo di 55 anni, sposato e senza figli. Arriva da me con un forte dolore alla cervicale, che va avanti da alcuni giorni, con alti e bassi, spesso accompagnato da mal di testa. Due anni fa ha avuto il coraggio di lasciare un impiego a tempo indeterminato presso una grande azienda che non lo soddisfaceva, grazie ad un incentivo economico. E’ un tuttofare molto abile in lavori manuali e artigianali, e negli anni si è anche formato in professioni olistiche, che pratica ogni tanto, quando capita. Da quando ha lasciato il lavoro si è dato molto da fare, con lavori pratici o  creativi, ma non riesce ancora a sentirsi stabile e con la sicurezza economica almeno equivalente allo stipendio di prima. Soffre perché è costretto ad attingere continuamente ai risparmi in in banca.

Decidiamo di intervenire con un urgenza sul dolore fisico, che gli impedisce ogni movimento. Gli chiedo di descrivermi ed oggettivare il dolore e lo visualizza come una corda tesa e dolorante, rossa e molto infiammata. Il suo corpo è teso ed in tensione. Iniziamo a scaricare il dolore con tecniche energetiche, ma si attenua di poco. Con domande mirate cerco di capire cosa sta accadendo in quel periodo della sua vita, come si sente, quali sono le sue emozioni. Emerge la frustrazione dovuta al sentirsi “inabile” al lavoro, perché in questo periodo sta male e non ha impieghi che gli occupano il tempo. Vive poi la fatica e l’incertezza di voler costruire un nuovo progetto in ambito olistico senza troppe garanzie di successo.

Gli chiedo se ci sono stati dei momenti del passato in cui ha sentito questa fatica dell’impegno.  Ricorda episodi dell’infanzia e adolescenza in cui si applicava poco a scuola, ottenendo relativi risultati appena sufficienti. Inizialmente i sentiva “oppresso” dalla madre che lo rimproverava di non studiare, però un giorno tutto è cambiato quando un compagno di scuola gli suggerì di dire alla madre che, in fondo, non era mai stato bocciato e rimandato, per cui tutto sommato andava bene così.  “Si è lasciato definire” (parole sue) dal consiglio dell’amico.

Abbiamo sbloccato l’energia legata a questi condizionamenti del passato, che gli impediscono oggi di applicarsi in un nuovo progetto con passione e divertimento (mentre sente solo la fatica dell’impegno). Il corpo ha iniziato lentamente a rilassarsi. Con una visualizzazione mirata gli ho fatto immaginare di essere un funambolo su una corda tesa (il suo dolore) e di camminare sopra il vuoto verso un obiettivo lavorativo a sua scelta, che abbiamo messo a fuoco insieme. A destra e sinistra c’erano il rischio dell’insuccesso e il successo, lui doveva mirare solo al traguardo. Si è reso conto che mentre camminava sulla corda c’era stato divertimento in quello che aveva fatto e ha raggiunto facilmente la mèta, una piattaforma con una porta aperta.

Abbiamo scaricato con tecniche energetiche quel poco di dolore ancora rimasto, quindi concluso con un’altra visualizzazione in cui si è visto con il corpo sano e in salute. Il viso è ora disteso, con movimenti delle labbra che esprimono piacere. Il dolore è passato completamente in una seduta di un’ora.

Patrizia, facilitatrice Ccms

 

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