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Alla ricerca dell'oro alchemico

La cultura medievale affonda le sue radici nell’Alchimia. Le due etimologie: dal greco χημεá½·α,  fusione dei metalli,   e dall’arabo kīmiyā’ segreto,  evocano una scienza empirica volta  alla trasmutazione dei metalli in oro e alla ricerca dell’elisir di lunga vita. Le sue radici attingono agli antichi misteri orfici, alla letteratura ermetica, alla magia egizia, alla mistica gnostica.  L’aspirazione dell’Alchimista era di penetrare la quintessenza della Natura, ricavare dalla materia primigenia la pietra filosofale, capace di trasmutare i metalli comuni in oro e argento (Sole e Luna) e di guarire il corpo umano, portandolo alla longevità. In realtà era un percorso sapienziale e coscienziale di purificazione della materia, per  portare le sue frequenze a uno stato più elevato e sottile.  Sin dalla sua lontana esistenza,  all’alchimia dobbiamo sia la preparazione di grandi rimedi vibrazionali sia i principi trasformativi alla base della moderna psicoterapia. Sorella dell’Alchimia, la Spagyria è all’origine dell’estrazione dei principi sottili di piante, animali e minerali per la preparazione di rimedi, trasferendovi l’energia degli Archetipi. Lo spagyrista estrae dalla Natura le vibrazioni che entreranno in risonanza con il ricevente e che colmeranno una sua qualche mancanza. Alchimisti e spagyristi si servivano di un linguaggio in cui fiorivano allegoria, metafora e analogia, usando simboli e archetipi che ritroviamo nelle fulgide visioni di Ildegarda. Le lunghe ricerche ed esperimenti degli alchimisti, oltre all’operazione fisica e chimica in sé,  rappresentavano simbolicamente la trasformazione dell’individuo attraverso un continuo lavoro di purificazione dei metalli vili. In termini attuali, sono quelli della personalità costruita, delle sovrastrutture mentali, dei condizionamenti ricevuti, delle illusioni di cui siamo portatori sin dalla nascita;  spogliarsi di tutti questi veli ha come obiettivo trovare l’oro nascosto dentro di noi,  e di cui siamo inconsapevoli.  Lo psicoanalista svizzero, Carl Gustav Jung, analizzò la natura psichica dell’Alchimia e utilizzò i suoi simboli e archetipi per spiegare alcuni processi psicologici di trasformazione dell’individuo, come impulso verso l’evoluzione, verso la pietra filosofale della realizzazione del Sé.  Questi processi corrispondono ad alcune tappe di purificazione: l’abbandono delle maschere  sociali; l’incontro con l’ ombra,  ovvero l’accettazione delle parti di noi che non vogliamo vedere; l’unione tra gli opposti della nostra personalità;  la conoscenza delle nostre parti femminile e maschile,  l’analisi dei sogni. Con l’alchimia,  Jung è andato oltre la conoscenza più ortodossa, ci ha aperto le porte di una conoscenza straordinaria, quella della nostra dimensione spirituale.

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