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Medici del Cielo

   

Da molti anni mi interesso al “fenomeno umano”, alle sue capacità psichiche e mentali, alle sue risorse spirituali, alla coscienza. La Guarigione ha sempre destato in me una passione per tutte le sue forme: fisica, psichica, mentale, spirituale. La mia pratica professionale mi mette a contatto quotidiano con la sofferenza e con il linguaggio della malattia. Tuttavia, le sorprendenti capacità di ri-generazione e di auto-guarigione dei miei pazienti mi hanno convinta che esse abbiano poco a che fare con la medicina. Senz’altro la medicina fornisce un aiuto valido, dimostrandosi spesso un salva-vita. Tuttavia la guarigione da alcune malattie “senza speranza”, dove la medicina si arena, è motivo per me di profonde riflessioni e ricerche da anni. La guarigione “impossibile” è giustificata dai credenti come un miracolo della fede mentre, agli occhi della scienza, essa rimane inspiegabile e quindi sospetta. Nessuno, però, si domanda se i paradigmi vigenti sono atti a spiegare quei fenomeni che esulano dai parametri stabiliti. A prescindere dai limiti del metodo scientifico, certi fenomeni accadono comunque; sono riscontrabili con i sensi fisici, pur non trovando una spiegazione ortodossa. In questa categoria rientrano molti fenomeni psichici, tra cui le guarigioni ad opera della medicina medianica.

Per quanto la medianità desti ancora pregiudizi e paure cui hanno contribuito molte frodi e manipolazioni, durante gli ultimi 40 anni, vari ricercatori hanno approfondito ed arricchito le conoscenze sulla continuità della coscienza dopo la morte, in particolare sul fenomeno delle NDE[1]. Tra i pionieri figurano medici come Raymond Moody, Michael Sabom, Melvin Morse, Pim van Lommel, psichiatri e psicologi come Elizabeth Kübler-Ross, Karlis Otis, Kenneth Ring, Peter Fenwick, Phyllis Atwater, Allan Botkin e molti altri.
In realtà i fenomeni psichici e la questione della sopravvivenza della coscienza hanno sempre interessato la Scienza; nella metà del XIX secolo, alcuni ricercatori hanno utilizzato un approccio scientifico per indagare le esperienze di tipo “spirituale” (quindi non materiali) quali il mesmerismo, la medianità e la sopravvivenza della coscienza dopo la morte. Ma questi studi sono rimasti ignorati dalla scienza ufficiale[2], finché un erudito pedagogista francese, Allan Kardec (1804-1869), sviluppò un approccio scientifico sistematico per studiare le esperienze medianiche, formulando alla fine una teoria che allargava l’esperienza empirica ad aspetti filosofici e spirituali. Il kardecismo poggia su alcuni concetti semplici e fondamentali: la credenza in un essere supremo, la continuità della vita dopo la morte, la reincarnazione, la pluralità dei mondi sottili, la possibilità di entrare in contatto con gli spiriti disincarnati e con entità evolute attraverso la medianità, stati espansi di coscienza come la trance o i sogni. Secondo lo spiritismo, abbiamo altri corpi al di là di quello fisico, e il loro insieme è chiamato “perispirit”, “corpo sottile” o corpo spirituale. Essendo strettamente connesso a quello fisico,  sembra che il processo delle nostre malattie inizi anni prima nel corpo sottile per poi palesarsi in quello fisico. Alla morte, questo corpo sottile si stacca da quello fisico e inizia un suo viaggio in dimensioni parallele, invisibili ai nostri sensi, che generalmente vengono denominate “aldilà”.
In Brasile, ad esempio,  lo spiritismo si associa naturalmente alla cura e alla guarigione. Si propone come una terapia umanistica e umana, dove i valori dell’amore e della fratellanza universale vengono enfatizzati. Sono prestazioni offerte gratuitamente e si basano interamente sul volontariato. La manutenzione delle strutture sono finanziate alcune volte dal governo, ma soprattutto dalle donazioni, talvolta generose, viste le numerose guarigioni che avvengono. Il medium è una figura centrale nella medica medianica. Può agire sia a livello diagnostico che terapeutico, capacità conferitegli dall’aiuto che riceve da uno spirito molto più evoluto e capace. Spesso lo spirito terapeutico può essere stato un famoso medium del passato oppure un medico. Le cure vengono sempre accompagnate dalla preghiera/meditazione (in qualsiasi forma); si fa uso di piante medicinali e dell’energia. Possono includere atti chirurgici visibili sul corpo fisico oppure interventi invisibili su quelli sottili, oltre ad interventi sulle memorie karmiche all’origine della malattia.
Circa cinquanta sono in Brasile gli ospedali psichiatrici dove si curano i pazienti con terapie energetiche e con l’aiuto di entità spirituali canalizzate dai medium. Un noto psichiatra, il Dr Eliezer Cerqueira Mendes, per 20 anni è riuscito a riportare centinaia di pazienti psichiatrici alla piena salute senza alcun uso di psicofarmaci, con un metodo da lui battezzato “psicotrans”, che include interventi medianici, uso dell’energia, regressioni in vite precedenti, una dieta priva di zuccheri e attività fisica. La cosa più sorprendente per noi, europei, è la perfetta collaborazione tra la medicina ufficiale e quella medianica. La dottoressa Arlete Savaris, della Facoltà di Biologia, Università Bezerra de Menezes di Curitiba nello Stato di Paranà, conclude con queste parole un suo lungo studio sui fenomeni della medicina medianica: «La combinazione dei due approcci [la progredita medicina moderna e la medicina paranormale] può dar adito ad una medicina futura, nonché alla capacità di vincere tutte le malattie fisiche, spirituali e mentali. Speriamo di assistere, in un prossimo avvenire, all’unirsi della fisica, della medicina e della guarigione paranormale. Non c’è magia, non c’è mistero; in ultima analisi, si tratta dell’energia che esiste in ciascuno di noi.»
I miei tre viaggi in Brasile, dal 2011 al 2013,  hanno rafforzato la mia convinzione che l’essere umano è molto più grande di quanto pensiamo. Abbiamo più dimensioni, siamo energia, fatti di Terra e di Cielo, e non siamo da soli sulla nostra piccola palla azzurra. Esistono altri mondi e altre forme di vita in universi paralleli ed è possibile che questi mondi si tocchino, per un atto di amore.

Marie Noelle Urech

 

 

[1] La Near Death Experience, tradotta in italiano con “esperienza in punto di morte” o “esperienza di pre-morte”, è costituita da racconti o testimonianze di eventi “vissuti” da persone che si sono trovate in uno stato di morte clinica accertata, rispetto al quale sono state poi riportate in vita, escludendo l’ipotesi che le loro “visioni” dell’aldilà derivino dall’effetto dei farmaci o dell’anestesia. Molti “sperimentatori”, infatti, tornano indietro con un bagaglio di esperienze e di convinzioni interiori sulla continuità della vita, sul significato dell’esistenza umana, e ricominciano a vivere con una visione del mondo e del proprio impegno nella vita che in alcuni casi risulta completamente diversa da quella che avevano prima di “morire”.

[2] Studi condotti dai fisici Sir William Crookes, Sir Oliver Lodge, Frederick Myers, Frank Podmore, Henry Sidgwick in Inghilterra; dal fisiologo Charles Richet; dal neuropatologo Jean-Martin Charcot; dall’astronomo Camille Flammarion; dallo psicologo e rettore dell’università di Grenoble Emile Boirac; dal filosofo Henri Bergson in Francia; dallo psicologo Julian Ochorowitz, pioniere della ricerca empirica in psicologia in Polonia; dallo psicologo William James in America, per citare solo i più conosciuti.

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