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Il corpo invisibile e i chakra

L’energia del nostro corpo si alimenta a più fonti: al cibo che ingeriamo, all’acqua che beviamo, all’aria che respiriamo, al piacere sessuale, ai pensieri che creiamo e alle nostre azioni.   Il nostro corpo fisico è soltanto la parte visibile di un campo energetico che vibra su più frequenze, chiamato corpo energetico o corpo vitale.  Questo campo è formato da un reticolato di migliaia di canali, sottili come fili, chiamati nadi in sanscrito. Questi nadi permettono la circolazione e la distribuzione dell’ energia vitale a tutte le parti del corpo, a tutti gli organi e cellule. In sette zone precise del nostro corpo fisico, 21 nadi s’incrociano per formare delle piccole centrali di energia, i cosiddetti chakra,  e si allineano lungo la linea della spina dorsale, dal perineo alla fontanella.  

L'illustrazione è dell'artista Alex Grey

Talvolta l’energia non circola bene in uno di questi chakra per via di traumi fisici, di paure o di conflitti non risolti. Talvolta l’energia può essere carente oppure eccessiva e ristagnare in uno o più chakra provocando dei sintomi, a volte delle patologie. Ad esempio,  il primo chakra, situato alla base della colonna vertebrale tra l’ano e i genitali,  è collegato all’istinto della sopravvivenza.  Si attiva alla nostra nascita per darci la forza e l’attaccamento alla vita.  Questo centro attiva le ghiandole surrenali che producono l’adrenalina e il cortisolo necessari per affrontare situazioni di emergenza, che possono minacciare la nostra sopravvivenza. Quando proviamo paura e insicurezze sul piano dei bisogni primari (cibo, tetto, territorio, danaro), mobilitiamo molta energia in questo chakra. Problemi alle vertebre lombo-sacrali, alla sciatica, alle gambe e ai piedi possono rispecchiare problemi di sicurezza materiale, la paura di non farcela da soli, il sentirsi non appoggiati, la difficoltà ad andare avanti.   Questo chakra è anche collegato all’energia della nostra Madre, alle nostre radici, ai nostri antenati. Se la relazione con la nostra madre è stata difficile, o se è venuta a mancare l’energia materna nei primi mesi di vita, oppure se c’è stato un trauma alla nostra nascita, il nostro primo chakra conserverà delle memorie disfunzionali. Un primo chakra sano si verifica attraverso la carica vitale di un individuo, la sua capacità a gestire molte situazioni insieme, alla fiducia davanti alle avversità, alla forza fisica che dimostra,  alla buona resistenza del suo sistema immunitario, alla sua sessualità sana.  Se passate l’inverno senza influenza o raffreddori, se vi ammalate raramente e vi sentite forti ringraziate il vostro 1^ Chakra!
Nel corso della mia formazione  e vita professionale, ho notato che molti praticanti spirituali tendono a curare soprattutto  i chakra “superiori”, ovvero quelli che si collocano sopra al plesso cardiaco: i chakra della gola, del terzo occhio, della corona. Tuttavia, se il loro primo Chakra non è equilibrato, questi praticanti avranno difficoltà a trasferire le loro esperienze spirituali nella vita quotidiana.  Rischiano di vivere una dicotomia tra spirito e materia, giungendo talvolta a disprezzare la materia e quindi il loro corpo o la loro relazione con il danaro e  con gli aspetti pratici della vita.  Questo è un rischio che deriva da un fraintendimento di cosa è l’energia.  L’energia è visibile e invisibile, è materiale ed è immateriale. Dobbiamo fare esperienza di entrambi gli stati senza separarli dogmaticamente. Vivere è abbracciare le esperienze di tutti i nostri corpi.

Marie Noelle Urech

 
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