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L'ubiquità dell'amore

Domenica, durante i funerali di Genova, i vacanzieri sulla spiaggia di Noli si sono uniti spontaneamente in una catena silenziosa di saluto e di rispetto.

Quando ci  sono tragedie collettive come quella del Ponte Morandi di Genova, oltre ai soccorsi e agli aiuti fisici e materiali, ci sono alcune cose che noi possiamo fare, anche a distanza. Pensando alla modalità improvvisa e traumatica della scomparsa di tutte queste persone, adulti e bambini, ci sono alcune forme di “soccorso” invisibile che tutti siamo in grado di fare, dal momento che si crede nella continuità della coscienza dopo la morte, a prescindere dal credo religioso.

Alcune tradizioni spirituali, le NDE (morte provvisorie) il mondo dei sogni e il contatto con i defunti ci confermano che alla morte, la coscienza (o Anima o Essenza) esce dal corpo e subirà poi una serie di processi  graduali di trasformazione frequenziale. Questa sapienza antica trova riscontro nei lavori dello scienziato russo Kostantin Korotkov che, grazie a una sofisticata strumentazione bio elettrografica (Gas Discharge Visualization - GDV) costruita da lui, e collegata a un computer, fornirebbe immagini definite elettrofotoniche dell'impronta energetico – informativa del corpo fisico subito dopo il trapasso.

In caso di morte violenta, la coscienza potrebbe non realizzare subito che il corpo che animava è morto,  e rimarebbe, quindi, intrappolata in uno stato mentale di inconsapevolezza e di confusione, e di attaccamento al luogo dell’incidente.  Aiutare la transizione dello stato di coscienza del defunto verso un altro è un aiuto che noi, i vivi, possiamo agevolare tramite la preghiera, la meditazione, la visualizzazione. Prima di tutto mandare a queste anime l’informazione che ora esse non abitano più il loro corpo e aiutarle ad andare verso una luce bianca, verso altri cari che li hanno preceduti o verso entità spirituali. Questo processo è molto importante e ha anche come effetto secondario di alleggerire il luogo fisico del sinistro da memorie di grandi sofferenze, sia quelle dei vivi rimasti, sia quelle dei morti. I luoghi si impregnano di memorie emozionali ed è importante tenere a mente che non solo le persone, vive o morte che siano, vanno liberate, ma anche i luoghi della terra dove accadano tragedie e perdite di vite umane.  Possiamo essere molto utili anche senza fare azioni concrete, essendo semplicemente nel nostro cuore per accompagnare coloro che i nostri occhi fisici non vedono. L’amore ha il dono dell’ubiquità.

 

 

 

 

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