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Andare avanti sul filo teso sopra l'abisso

La metafora del funambulo è la rappresentazione di ciò che viviamo oggi in questo periodo storico, sia a livello personale sia a livello globale. Il passaggio tra le due sponde che il funambulo sta attraversando simbolizza ciò che lasciamo : la solidità, le certezze, la prevedibilità, le strutture e le credenze su cui poggiavano le nostre vite. Questa solidità si sta ora sgretolando e il funambulo è costretto ad andare avanti verso un’altra sponda, un altrove ignoto.  Si trova lì, su un filo teso, senza poter indietreggiare, può solo andare avanti, rimanendo centrato nel proprio corpo,  il mezzo di cui ha il controllo per compiere la traversata. Non ha idea di ciò che lo aspetta dall’altra parte, di ciò verso cui si dirige.   Questo passaggio sul vuoto, l’attraversamento di una specie di limbo, è la scomoda fase di transizione che precede un cambiamento profondo. Nella transizione, passato e  futuro sono  indistinti, avvolti da una specie di nebbia. Questa nebulosità,  non vincolante, ci permette una grande libertà creativa verso tutti i possibili.

Tutti i cambiamenti, persino quelli che abbiamo desiderato o scelto, danno uno scossone alle nostre abitudini consolidate, aprono un varco nelle nostre difese, sgretolano le nostre certezze. Ma ci portano verso scoperte e rivelazioni. Sul filo teso, incontriamo anche la nostra ombra, la parte di noi che non conosciamo o che rineghiamo, e che ha contribuito alle crisi in cui ci troviamo ora.  Ma sul filo teso, non c’è spazio per vittimismi, polemiche e accuse. Anzi, dobbiamo alleggerirci, lasciando quelle parti tossiche e vecchie per potere procedere e accogliere le parti vitali del nostro essere finora nascoste alla nostra coscienza.

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